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ANCORA IN TRE


di Grande_Bruno
24.12.2024    |    1.155    |    0 9.7
"Poi lo inserii di nuovo nel culo di Eleonora e rimasi per un attimo sorpreso, immobile; quando lei si girò e mi guardò..."
Per chi ha letto il mio precedente racconto (Inaspettatamente in tre), è passato circa un anno da quel fantastico incontro a tre con Roberto ed Eleonora, la sua bellissima e sensuale moglie con un fisico atletico e sempre elegante con le sue due gambe affusolate, capelli rossi che incorniciano un viso malizioso ed un seno, non esagerato ma una terza abbondante. Il ventre piatto, le cosce lunghe e snelle, che culminano in un vero e proprio capolavoro: un culetto tondo e sodo che, al solo guardarlo ispirava peccaminosi pensieri.

Avemmo un incontro sessuale a tre che aveva provocato in Roberto una forte insicurezza e gelosia, che portò Eleonora a dirmi che momentaneamente preferiva interrompere le nostre serate. Poi con il tempo aveva capito che il nostro era solo un gioco e che nessun coinvolgimento sentimentale avrebbe potuto rovinare le nostre famiglie.

Io e Roberto siamo amici fin dai tempi della Scuola di Formazione militare che abbiamo frequentato. Poi ci siamo allontanati per un periodo in quanto assegnati a Reparti diversi, ma poi siamo ritornati nella nostra regione di partenza. Lui faceva parte di un Reparto che frequentemente si muoveva per varie missioni anche all’estero. Dopo il suo matrimonio con Eleonora e la nascita della loro figlioletta, avevano acquistato, in provincia di Roma, una villetta con piscina, in cui spesso nei week end, con il nostro gruppo di amici, ci riunivamo per fantastiche grigliate in allegria.

Una domenica, tra una salsiccia ed una costoletta, Roberto, parlando, mi indicò sua moglie Eleonora. «Mi devo assentare tutta la prossima settimana e non ti nascondo che, lasciare la mia Eleonora sola mi impensierisce un po’. Posso chiederti, se non ti è troppo di disturbo, se le facessi compagnia, qualche sera. Tra tutti i nostri amici, tu sei l’unica persona che lei gradisce di più e, soprattutto, anch’io mi sento più tranquillo a sapere che può fare affidamento su di te per qualsiasi cosa!».

Son rimasto un attimo stupito nel sentire le sue parole, ma, nello stesso tempo, mi sono reso conto che parlava seriamente, senza secondi fini. Per lui, la cosa più importante era sapere che, in caso di bisogno, sua moglie poteva contare assolutamente su di me. Dopo quell’incontro a tre, io ed Eleonora ci siamo visti da soli, ma poi abbiamo interrotto i nostri incontri per non ferire i sentimenti di Roberto.

Nel caldo pomeriggio del giorno dopo, andai a casa loro con la scusa di salutarla e vedere come stava. Quando ho suonato alla porta, per un attimo ho pensato che non fosse in casa e stavo quasi per andarmene, ma quando la porta si è aperta e lei, indossando un accappatoio in microfibra, alquanto corto e che a stento le arrivava a metà coscia, mi ha salutato cordialmente e mi ha invitato ad entrare.

«Ciao, Bruno. Quel buon vento? Scusami se ci ho messo un po’ ad aprirti, ma ero in piscina sul retro della casa. Dai, entra pure», mi ha preceduto attraverso il salone e, mentre camminava davanti a me, indossando dei sandali a zeppa che le inarcavano il suo fantastico culetto, ho avvertito ancor di più il desiderio di possederla. Ci siamo seduti a bordo piscina, sdraiati sui lettini prendisole, a bere un’acqua tonica, che lei mi ha offerto. Si vede che era felice di vedermi. «Sono molto contenta che tu sia passato. Speravo proprio di aver un po’ di compagnia da una persona molto gradevole, come te. Roberto mi aveva informato di averti detto che lui si sarebbe assentato per un’intera settimana e, onestamente, speravo proprio di vederti, prima o poi».

Faceva molto caldo e lei mi propose di far un bagno rinfrescante. «Perché non ti metti comodo e ti fai un bel bagno in piscina per darti una rinfrescata? Dai, spogliati! Anche se fa caldo, l’acqua offre sempre un opportuno refrigerio!». Rimasi per un attimo titubante, soprattutto perché non avevo il costume, ma lei mi aveva già visto nudo e così, senza pensarci troppo, mi spogliai e rimasi davanti a lei con solo gli slip. Mi tuffai e feci qualche vasca per poi tornare a sdraiarmi al sole. Purtroppo o, per fortuna, il mio slip bianco, ormai bagnato, lasciava intravedere il mio cazzo che, oltretutto, era anche abbastanza duro. Eleonora se n’è accorse, mi guardò e, sorridendo maliziosamente, mi invitò a togliere gli slip bagnati, per metterli ad asciugare.

«Dai, togli quegli slip bagnati! Mettili ad asciugare al sole». La fissai per un attimo negli occhi e vi lessi che aspettava con trepidazione il momento in cui mi sarei tolto l’indumento, così da poter ammirare le dimensioni del mio cazzo che, ormai, aveva quasi raggiunto la completa erezione. Notai il suo sguardo di ammirazione ed il semplice gesto di compiacimento fatto con il capo, quando vide la mia verga svettare verso l’alto. Si passò ripetutamente la lingua sulle labbra, pregustando, un qualche suo pensiero piuttosto porcello. «Avevo dimenticato come era fatto», mi disse mentre mi sdraiavo e, ad occhi chiusi, attesi una mossa da parte di Eleonora che, sicuramente, sarebbe arrivata. Poco dopo sentii una mano che, delicatamente, si posò sul mio cazzo duro, lo afferrò e con maestria iniziò a segarlo.

«Hai davvero un bel cazzone; ha fatto bene Roberto a suggerirmi di rivolgermi a te per qualche mia esigenza. Ti sembrerà strano, ma, da quando non ci incontriamo più, una delle sue fantasie più ricorrenti, è stata quella di sapermi tra le tue braccia». Mi sdraiai e rimasi ad occhi chiusi, poi sentii la sua calda bocca leccarmi la cappella e l’intero cazzo, fino alle palle. Capii subito che Eleonora era proprio una gran troia ed il mio amico Roberto un potenziale guardone. Lo succhiò un poco, poi mi chiese di scoparla e di farla godere come non faceva da tanto tempo.

«Dai, scopami! Mettimelo dentro, che muoio dalla voglia di averlo tutto, fin in fondo! Ti ho desiderato dall’ultima volta ed è stato Roberto ad invogliarmi a scoparti! Dai, fammi impazzire!». Le sfilai gli slip del costume e sfiorai le labbra della figa con le dita. Era già tutta bagnata e capii subito che non vedeva l’ora di esser scopata brutalmente. La distesi a cosce aperte mentre lei mi guardava eccitata. Vidi le labbra della sua figa oscenamente bagnate, era dilatatissima. Appoggiai la cappella sullo spacco e, con una spinta decisa, entrai tutto dentro di lei… lei sollevò le gambe per cingerle dietro la mia schiena e, dopo aver appoggiato i talloni sulle mie gambe, prese ad assecondare i miei movimenti. Ad ogni affondo, spingeva il suo corpo verso l’alto per farlo aderire ancora più al mio e sentire, ancor più in profondità, la penetrazione del mio cazzo, che le sbatteva sul fondo. Le diedi dei colpi talmente forti, che il suo petto sobbalzava verso l’alto e ciò non la trattenne dall’incitarmi a scoparla ancora più forte.

«Spingimelo tutto dentro! Dammelo tutto! Fammi sentire come mi sfondi! Finalmente un maschio vero! Riempimi tutta!». Le spinsi il cazzo tutto dentro, fino alle palle, ma a lei sembrava quasi non bastare. Ebbe diversi orgasmi, tutti anticipati da gemiti di piacere più acuti dei precedenti. «Vengo! Continua a sbattermi, che vengo ancora! Sfondami tutta, che vengo ancora! Che toro meraviglioso! Aveva proprio ragione Roberto a dirmi di rivolgermi a te per qualsiasi richiesta! Bruno… ancora! Scopami ancora, che vengo!». Urlò il suo piacere ancora una volta, poi decisi di cambiare posizione. Mi sollevai e, sdraiato per terra, la feci salire su di me. Senza nessuna esitazione, se lo infilò di nuovo tutto dentro e prese a cavalcarmi, come un’amazzone scatenata! Ancora una volta venne urlando il suo piacere.

«Meraviglioso, vengo! Mi fai godere ancora! Sento che mi arriva fin in gola! È bellissimo! Amore, godo! Roby, guarda come mi sta facendo godere!». Per un momento, non avevo messo a fuoco le sue parole ma, un attimo dopo, un lieve rumore mi fece voltare e vidi il mio amico Roberto, nudo, con il cazzo in mano, che si segava mentre lei mi cavalcava. Mi guardò, sorrise e fece un cenno d’assenso con il capo. Intanto lei continuava a far su e giù, sopra la mia verga, che cominciava ad esser desiderosa di sborrarle dentro. Le feci raggiungere un altro orgasmo, poi Roberto si avvicinò e le mise il suo cazzo in bocca.

«Succhia anche il mio, troia! Adesso, sarai contenta; stai finalmente avendo quello che desideravi da tempo! Ero sicuro che Bruno ti avrebbe chiavato alla grande… Dai, Bruno, riempi questa puttana con la tua sborra… Dai, riempimi questa vacca di mia moglie!». Ero al limite, allora la girai e la misi di lato, le diedi tre fortissimi colpi e, subito dopo, il mio cazzo esplose. «Tieni, troia! Senti la mia sborrata dentro di te! Roberto, guarda come ti riempio questa vacca di tua moglie! Era questo che volevi? Volevi che te la riempissi di crema?». Mi svuotai completamente dentro di lei e Roberto, nel vedermi riempire sua moglie, esultò di gioia.

«Bravo, Bruno! Riempila tutta, questa zoccola!». Rimasi immobile, svuotandomi dentro di lei fino all’ultima goccia. Poi mi sfilai e la mia sborra cominciò a colare dalla figa, scivolando sulle cosce: lui si inginocchiò a guardarla. «Bravo, Bruno! L’hai proprio slargata a dovere, questa puttana! È da tanto che voleva sentirsi riempire così!». Eleonora si sollevò e, appoggiata sui gomiti, prima guardò me con un sorrisino soddisfatto, poi allungò una mano e la poggiò sul capo di Roberto. Lui sollevò lo sguardo ed i loro occhi si incrociarono; allora lei con un fare languido, quanto beffardo, gli intimò di pulire.

«È vero che lo volevo. Ho desiderato il suo cazzo da molto tempo, ma anche tu desideravi vedermi far la troia con lui! Adesso io ho realizzato il mio desiderio, ma tu, come avevi promesso, devi fare una certa cosa: leccare tutto ciò che viene espulso dalla mia figa. Adesso dovrai pulirmela tutta, perché so che è una cosa che desideravi fare da tempo!». Lui si girò verso di me e poi si abbassò giù tra le cosce della moglie, incollò la bocca alle labbra della sua vagina, da cui colava in abbondanza la mia crema. Lo vidi leccare con ingordigia, mentre lei mi sorrideva, facendomi avvicinare ed inginocchiare sul suo lato destro. Mentre lui continuava a raccogliere ciò che sgorgava da quell’ostrica slabbrata, lei sollevò una mano, afferrò il mio cazzo e se lo portò alla bocca. Prese a leccarlo, a pulirlo, raccogliendo ogni residuo di umori di cui era ricoperto. Una bocca avida, desiderosa di sentire ancora quella verga dentro di sé.

Quando si rese conto che era di nuovo ben duro, si girò, fece distendere Roberto sotto di lei e salì sopra di lui nella posizione del 69. «Continua a leccarmi, mentre ti farò vedere quanto son troia! Dai, Bruno, inculami! Fai vedere a Roby come si rompe il culo alla troia della moglie!». Mi inginocchiai dietro di lei e, con un po’ di saliva, bagnai la punta del mio cazzo, poi l’appoggiai al suo buchetto palpitante ed iniziai a scivolare dentro di lei. Prese ad ansimare, mentre entravo ed uscivo da quel foro sempre più accogliente e, quando sono arrivato ad essere tutto dentro di lei, avvertii la lingua di Roberto, che lambiva anche le mie palle. «Bravo, Bruno! Sfondare il culo a questa troia!».

La pompai bene ed a lungo; lei ebbe due orgasmi in rapida successione e, mentre godeva per la seconda volta, sculettò nel mentre la pompavo; quel suo movimento fece sì che il mio cazzo uscisse fuori, finendo direttamente sulla faccia di Roberto, che lo accolse in bocca e lo succhiò per un momento. Poi lo inserii di nuovo nel culo di Eleonora e rimasi per un attimo sorpreso, immobile; quando lei si girò e mi guardò.

«Cosa c’è? Non l’avevi ancora capito? Anche a lui piace prendere uccelli in bocca, oltre che mettere il suo dentro di me! Dai, rompimi per bene il culo, che, probabilmente, potrai farglielo anche a lui». Molto eccitato dalla situazione, continuai a pomparla e, quando fui sul punto di sborrare, lei mi disse di sfilarmi ed un attimo dopo lei si girò, appoggiò una mano sulla testa del mio amico e, con l’altra, afferrò il mio cazzo e glielo mise proprio davanti alla bocca.

«Apri la bocca, Roby! Per adesso, bevi tutta la crema di questo toro speciale!». Gli infilò il cazzo in bocca e lui prese a succhiarlo con forza; ad un tratto, presi a schizzargli in bocca tutta la mia sborra. Dopo i primi due schizzi, lei lo sfilò e, alcune bordate, finirono sulla faccia di lui e sulla guancia di lei. Eleonora se lo infilò in bocca e si prese le ultime due schizzate in gola, poi lo leccò e ripulì per bene; poi, mi lasciò, si girò verso di lui e lo baciò in bocca. Limonarono scambiandosi la crema che avevano in bocca, poi lui leccò quella che era sul suo viso e, alla fine, si girarono verso di me.

«Grazie, Bruno! Erano mesi che avevamo il desiderio di fare questa cosa con te. Vogliamo sperare che il gioco sia piaciuto molto anche a te, oltre che a noi. Se vorrai, da oggi in poi, Eleonora sarà a tua completa disposizione, mentre io ti chiedo solo di poter partecipare come oggi o anche semplicemente assistere, senza interferire, se la cosa dovesse esserti di fastidio».

Lo guardai ed il mio sorriso fu più che rassicurante sul fatto che non mi avesse infastidito per niente. Da allora, ogni tanto scopiamo tutti insieme ed a volte anche lui, quando è lei a volerlo.

Ho trovato una coppia che sa apprezzare un vero amico.
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